mercoledì 13 agosto 2008

pensieri e parole

Nel giro di due giorni, da quando sono tornata dalla micro vacanza, ho letto per tre volte, in tre posti diversi, questa riflessione:

"La morte non è niente.
Sono solo scivolato nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo l'uno per l'altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato; parlami nel modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza.
La vita conserva il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza.
Che cos'è la morte, se non un accidente trascurabile?
Perchè dovrei essere fuori dai tuoi pensieri, solo perchè sono fuori dalla tua vista?
Ti aspetto, non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo.
Ritroverai il mio cuore.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace."
(Henry Scott Holland, 1919)

E ho pianto. Tanto per cambiare.

Così come ho pianto quando, arrivando davanti al cancello al ritorno dal viaggio, ho visto una coccarda. E ho scoperto che la mia vicina di casa se n'era andata. Quella signora, anche lei ammalata, che tanto si era dispiaciuta per mio padre.

Non male tornare a casa e scoprire che l'indomani sarei dovuta andare a un funerale.

Piano piano mi rendo conto di tante cose. Di ciò in cui sono stata immersa per tanti mesi. Di come la testa sapeva, ma non voleva ammettere niente. Di come si cerchi di negare l'evidenza perchè tante cose da fare sono da fare e basta, senza starci troppo a pensare.

E intanto piango. Ogni sera praticamente.
Perchè mi manca.
Mi fa male pensare che l'avrei voluto vedere da vecchietto rompiballe quale sarebbe stato, magari proprio come quelli che si prendeva in giro, quelli che dicono "se fa minga insci, tel disi mi!".

Una ventata di allegria che mi porto sempre appresso.

Mi spiace per chi mi sta intorno, sorry.

3 commenti:

ALittaM ha detto...

Ecco, e adesso fai piangere anche me :(
Mi spiace tanto e ti abbraccio tanto forte :(

Pebble ha detto...

Simo, non ti devi dispiacere di essere triste. Anzi. Saresti un mostro se fossi naturale come sempre, come se niente fosse successo.
A me l'ha detto la Marghe prima di partire.
Non ti ho mai chiesto niente perché non siamo molto in confidenza, ma condivido i tuoi pensieri e sentimenti a riguardo.
Non ci si abitua mai a certi dolori, anche se fanno parte della vita.
Un abbraccio.

thecatisonthetable ha detto...

Io... beh. Non dico nulla.

Solo che capisco. Uh, se capisco...

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