due brevi riflessioni

In questi giorni mi è capitato spesso di fermarmi a pensare alla mia vita scolastica.

Sarà che stando lì in università tutti i santi giorni sento racconti di vita varia, esperienze diverse, viaggi in posti lontani.

Ebbene, mi sono tristemente resa conto che io non ho vissuto niente di tutto ciò.

Credo di essere la studentessa di lingue più atipica che esista.

Non ho mai fatto corsi all'estero.
Non ho mai fatto l'erasmus.
Non ho mai fatto vacanze studio.
Non ho mai viaggiato granchè ( i miei viaggi al di fuori della terra italica si possono contare sulle dita di una mano e credo pure che mi avanzi qualche dito).
Non sono in grado di parlare fluentemente nemmeno una lingua. Ok, forse l'inglese. Ma non ne sono più così tanto sicura.

Quando penso che dovrei aggiornare il curriculum, mi viene un po' il magone.

Con che coraggio scrivo che sono diplomata e soprattutto laureata?

"E' un problema comune a tanti", mi è stato detto.
Certo, ma gli altri magari cercano di dare un po' di spessore a ciò che studiano. Senza fare grandi cose. Magari anche solo divertendosi.

Io non ci ho neanche mai tentato.
E non ho neanche mai avuto supporto per poterlo fare. E non parlo solo a livello economico.
Ma proprio a livello umano. Familiare.

E poi questa paura di mettersi alla prova. Tipo oggi: neanche il coraggio di provare a spiccicare due parole. E sentirsi sprofondare.

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Stasera ricevo una notizia davvero inaspettata.
E rimango senza parole.

Sarà che mi illudo ancora che esistano i buoni sentimenti, quelli veri.
Che non si butti tutto all'aria per qualcosa (o qualcuno) di insensato.
E invece...


Che tristura.